Per effetto dell'art. 21 Dlgs. 149/2022 della Riforma Cartabia, a partire dallo scorso 28 febbraio, anche i notai possono procedere ad autorizzare atti pubblici e scritture private autenticate che coinvolgono minori, persone interdette, inabilitate o beneficiarie dell'amministrazione di sostegno. Inoltre, la competenza dei notai si estende anche agli atti aventi ad oggetto beni ereditari seppur con una formulazione generica. L'intento è quello di snellire i tempi della giustizia.

 

È dunque possibile - per genitori, tutori o amministratori di sostegno - scegliere se rivolgersi all'autorità giudiziaria o direttamente al notaio per la stipula dell'atto che richiede una autorizzazione. La scelta a favore del notaio porta con sé la velocità e la snellezza della procedura, ma a differenza dell'autorizzazione concessa dal magistrato sarà necessario attendere 20 giorni - tempo in cui è possibile fare reclamo - dall'invio della documentazione in Tribunale e al Pm perché diventi definitiva. Importante ricordare che il notaio che concede l'autorizzazione, secondo la legge, deve essere anche quello rogante.

 

Nello specifico, l'autorizzazione è necessaria in caso di minore, interdetto, inabilitato o beneficiario di amministrazione di sostegno che debbano accettare in donazione/vendere/acquistare/permutare/dividere un immobile; accettare eredità/legati; cancellare ipoteche; intervenire in un atto di mutuo come datore di ipoteca. In caso di beni ereditari l'autorizzazione serve per chiamati all'eredità o eredi; curatore dell'eredità giacente ed esecutore testamentario.